In arrivo su Netflix il 25 marzo la seconda stagione di Bridgerton
Bridgerton 2 segue le vicende del Visconte Anthony Bridgerton (Jonathan Bailey, attore britannico dichiaratamente gay), unico vero bono della serie, primogenito della omonima famiglia nonché capofamiglia dopo la morte del padre, nella sua ricerca di una moglie perfetta che possa rispondere ai suoi canoni e possa anche fare le veci della madre nella gestione della casa.
La ricerca, tuttavia, prenderà fin da subito delle pieghe inaspettatamente complesse a causa dell’arrivo, dall’India, delle sorelle Kate Sharma (Simone Ashley) ed Edwina Sharma (Charithra Chandran).
Durante la stagione dei corteggiamenti indetta dalla Regina d’Inghilterra, Anthony si trova in mezzo a due fuochi: da una parte l’indole di salvaguardare l’onore della famiglia corteggiando il Diamante della Stagione Edwina, dall’altro l’amore per la sorella Kate la quale fa di tutto per opporsi alla loro unione.
Le iniziali frecciatine verbali e fisiche tra i due, non fanno altro che avvicinarli sempre di più peggiorando le cose per entrambi e per l’intera società aristocratica inglese.
Tuttavia non ci sono solo i Bridgerton in questa storia, ma anche i Featherington che si trovano a dare il benvenuto al loro nuovo erede, dopo la morte di Lord Featherington, e con Penelope (Nicola Coughlan) che deve riuscire a muoversi sapientemente nei salotti dell’alta società cercando di nascondere il suo alter ego di Lady Whistledown anche davanti ad amici e parenti.
Bridgerton 2, quindi, pone nuovamente una lente di ingrandimento sull’alta società londinese mostrandone pregi, difetti e segreti, ma questa volta si interessa alla vita di un uomo che troppo presto si trova a vestire i panni di Visconte di una delle famiglie più ricche e potenti di Londra.
Anthony viene ritratto come una persona forte solo esternamente, poiché dentro nutre numerosi traumi e complessi che non vuole mostrare esternamente per il bene della famiglia e del buon nome della stessa.
A differenza delle sorelle (in questa stagione tocca a Eloise interpretata dall’attrice Claudia Jessie), lui non viene costretto a debuttare in società affinché possa trovare una moglie che ne possa innalzare la dote e il livello sociale.
Essendo un maschio ha già un posto fisso nella società e quindi anche la libertà di scegliere quando e con chi sposarsi, ma è proprio l’avvicinarsi di un’età troppo adulta per l’epoca (ci troviamo sempre in una rivisitata età della Reggenza, ovvero gli anni dieci dell’Ottocento) che lo spinge a sbrigarsi per far sì che la dinastia possa proseguire.
Shonda Rhimes ha svolto, nuovamente, un lavoro attento e meticoloso nella realizzazione dei costumi e delle ambientazioni della Londra dell’epoca.
Visivamente è tutto perfetto e una vera gioia per gli occhi, anche grazie a un sublime uso della macchina da presa che accentua sapientemente i primi piani e gli sfarzosi e magnifici ambienti. Contemporaneamente Rhimes compie un passo molto audace mostrando una società aristocratica totalmente differente da quella narrata nei libri di storia.
Già dalla prima stagione, infatti, Bridgerton ci ha fatto capire come la volontà della creatrice sia quella di ribaltare le nostre aspettative sull’epoca in cui è ambientata l’opera di Netflix.
Se la parola chiave della prima stagione di Bridgerton era “semplicità”, quella della seconda stagione è “audacia”. Inaspettatamente, la nuova produzione diviene più matura, coinvolgente, seria e si allontana da classici cliché che avrebbero potuto rendere la storia debole o poco interessante.
Ci sono varie storie che si intrecciano oltre alla principale, e sono tutte intriganti perché mostrano lotte interiori, debolezze, vizi e voglia di evasione nascoste da maschere destinate a rompersi per il bene dei propri ideali e dei propri sentimenti. La seconda stagione di Bridgerton, pertanto, resta elegante, sfarzosa, pittoresca e brillante, ma consente allo spettatore di emozionarsi, di divertirsi, di riflettere e di sognare.